I cibi processati sono la causa di milioni di morti in Europa: Un Rapporto Allarmante

Recentemente è emerso un rapporto che evidenzia come quattro settori industriali principali contribuiscano a circa 2,7 milioni di decessi all’anno in Europa. I settori coinvolti sono il tabacco, le bevande alcoliche, gli alimenti ultraprocessati e i combustibili fossili, che insieme rappresentano circa un quarto di tutte le morti registrate.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha denunciato che queste industrie adottano pratiche ingannevoli che minacciano i progressi raggiunti nella salute pubblica negli ultimi decenni.

Il rapporto descrive questa situazione come un grave problema, sottolineando che le strategie nocive adottate da tali settori costituiscono un significativo ostacolo agli sforzi dei governi per prevenire malattie gravi come il cancro, le malattie cardiache e il diabete.

L’OMS ha richiesto l’implementazione di regolamenti più severi riguardanti i prodotti dannosi, suggerendo restrizioni sulle pratiche monopolistiche e sul lobbying, per proteggere la salute pubblica.

I dati del rapporto si allineano con una ricerca globale del 2023, che ha mostrato come alcol, tabacco, cibi trasformati e combustibili fossili causino 19 milioni di morti all’anno nel mondo, equivalenti al 34% di tutti i decessi.

In Europa, l’OMS stima che il tabacco sia responsabile di oltre 1 milione di decessi annuali, pari al 10% del totale. Inoltre, circa 600.000 morti sono attribuibili ai combustibili fossili (5% del totale), e l’alcol è la causa di oltre 400.000 decessi. Circa 350.000 decessi sono dovuti al consumo eccessivo di carne lavorata, bevande zuccherate e alimenti ad alto contenuto di grassi e sale.

Hans Kluge, direttore regionale dell’OMS per l’Europa, ha denunciato il fatto che questi quattro settori industriali siano responsabili di migliaia di morti ogni giorno. Kluge ha criticato le industrie per le loro strategie di marketing aggressive, che mirano a sfruttare i consumatori vulnerabili con false affermazioni sui benefici dei loro prodotti o sui loro meriti ambientali. Queste pratiche minacciano i progressi nella salute pubblica e ostacolano il raggiungimento degli obiettivi sanitari nazionali.

Durante un evento a Bruxelles, il vice primo ministro belga Frank Vandenbroucke ha sottolineato l’importanza di affrontare questo problema come una questione sistemica. Ha chiesto alla politica di combattere gli “ambienti di iperconsumo”, limitare le attività di marketing e prevenire le interferenze nei processi decisionali.

Il rapporto rileva che, nonostante i rischi per la salute, solo alcuni paesi europei hanno adottato misure come il divieto di fumo nei luoghi pubblici. Gli sforzi per rendere i prodotti nocivi meno attraenti, come l’adozione di imballaggi semplici, la tassazione sulle bevande alcoliche e l’etichettatura degli alimenti, sono stati limitati.

L’Estonia è citata come un esempio positivo, grazie alla sua legislazione per la tassazione delle bevande zuccherate, mentre in Slovenia, l’approvazione della legislazione antitabacco è stata facilitata dalla mobilitazione delle organizzazioni della società civile.

Nonostante questi esempi, molti paesi europei sono ancora lontani dal raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite, come fermare l’aumento dell’obesità e ridurre del 30% il consumo di tabacco tra gli over 15.