Amazzonia sulla strada della salvezza: deforestazione diminuita del 33%

Il piano ambientale del Presidente Luiz Inacio Lula da Silva per il Brasile intende condurre il Paese in una nuova era di energia verde.

In agosto o settembre, il governo svelerà il suo piano di investimenti per centinaia di miliardi di dollari in progetti pubblici e privati.

L’obiettivo di Lula è quello di fare del Brasile un modello per gli altri Paesi in via di sviluppo, puntando sulla green economy come uno dei pilastri delle politiche di sviluppo a lungo termine.

La deforestazione dell’Amazzonia è rallentata in modo significativo durante la sua amministrazione, un cambiamento rispetto al passato del presidente conservatore Jair Bolsonaro.

I dati satellitari mostrano che durante il suo terzo mandato, Lula ha già ridotto la deforestazione del 33% rispetto allo stesso periodo del 2022 (da 4.000 km² a 2.700 ettari, il livello più basso dal 2019).

Il Brasile vuole la protezione dell’Amazzomia

La foresta amazzonica non è importante solo per il Brasile, ma anche per l’intero pianeta. La foresta svolge un ruolo cruciale nell’assorbimento dell’anidride carbonica, un gas a effetto serra che è stato collegato al riscaldamento globale.

Per raggiungere l’obiettivo di fermare lo sfruttamento illegale della foresta, sarà necessario offrire alle popolazioni locali opportunità di impegno economico che attualmente non sono disponibili.

Il primo passo della politica ambientale di Lula è la creazione di un mercato delle emissioni di CO2, seguendo l’esempio di Cina e India.

Il settore industriale è fortemente coinvolto nell’iniziativa, che dovrebbe essere accompagnata da una riallocazione dei fondi federali per la ricerca e lo sviluppo per promuovere le tecnologie verdi e la bioeconomia.

Il Brasile ha già fissato l’obiettivo di raggiungere zero emissioni nette di CO2 entro il 2050. L’attuale produzione di energia elettrica del Paese proviene principalmente da fonti rinnovabili, con oltre il 90% dell’elettricità generata da fonti non inquinanti come l’energia idroelettrica.

Tuttavia, le ambizioni ecologiche di Lula sono in conflitto con quelle dell’azienda statale Petrobras. Se da un lato il gigante petrolifero brasiliano sta investendo molto nelle tecnologie eoliche e dell’idrogeno, dall’altro vuole aumentare la produzione di petrolio e gas naturale.

Questa sfida pone quindi un dilemma a Lula: come conciliare la tutela dell’ambiente con la politica energetica del Paese.